GIÚ I MURI

Il 6 aprile di ogni anno è la Giornata Internazionale delle Sport per lo Sviluppo e la Pace, proclamata dalle Nazioni Unite, in ricordo del giorno d’inizio dei Giochi Olimpici dell’Era Moderna, nel 1896 ad Atene. L’evento ricorre quest’anno in un momento di drammatica emergenza, che sta interessando tutto il mondo ed è tanto grave da superare ogni immaginazione. Può apparire dunque paradossale occuparsi di Sport, e l’Appello dell’ONU risuonare stonato. Eppure, non è così. L’Appello, infatti, richiama il principio base dello Sport come formidabile strumento per promuovere la salute, la solidarietà e la cooperazione,e la Carta Olimpica del CIO pone lo stesso Sport al servizio del genere umano.Accogliere il richiamo delle Nazioni Unite può significare dunque accogliere l’idea che lo Sport non può essere estraneo nemmeno alle più gravi calamità, e che una parte della ripresa è affidata anche alla forza e alla tenacia che lo spirito sportivo insegna.

La nostra Associazione crede in questi valori e in questo ruolo, che allo Sport assegna la realtà, non la demagogia. Lo fa ascoltando la voce dei propri Soci, rappresentanti delle società, dei dirigenti e degli allenatori, che proprio di questi valori e di questo ruolo sono stati e sono interpreti, tanto da meritare appunto una prestigiosa onorificenza sportiva. Per questo, a partire dallo scorso anno, e dalla Giornata mondiale, abbiamo avviato una serie di iniziative destinate a mettere in luce orizzonti più ampi dello Sport, partendo dall’agonismo per riuscire a valorizzarne poi le immense risorse umane e morali. Il tema del 2020 è, per noi, «Lo Sport abbatte i Muri». Quando l’idea fu varata, il pensiero andava ai tanti muri di cemento che sarebbe bene abbattere e ai moltissimi muri ideologici, razziali, politici, religiosi, che creano terribili conflitti e sciupano la vita di interi popoli. La gravissima pandemia che ci ha colpito ora ci invita però a soffermarci sul presente, sulle tante emergenze che ci stanno colpendo e anche, forse, sul pericolo dei Muri del “dopo”, quando l’egoismo e l’indifferenza (anche, ahimè, tra i Paesi del nostro continente!) potrebbero prendere il posto dell’abnegazione e dello spirito di sacrificio, che hanno costituito la nostra forza contro la calamità.

Come ben sappiamo, oggi lo Sport di base è duramente colpito, molti Club sono a rischio estinzione e il ruolo di migliaia di operatori sportivi è compromesso. Dovrà essere varato un piano di emergenza, che le Istituzioni sosterranno economicamente e che sarà affidato per la realizzazione ai tanti dirigenti sportivi in attività e a quanti, nel mondo dello Sport, si sentono in dovere di dare una mano. Noi siamo tra questi. Insieme a tutti gli attori del Movimento sportivo italiano, noi diciamo, quindi: anche l’ANSMeS sarà in campo per la rinascita!

In questo frangente, riteniamo che le nostre Istituzioni si siano anche rese conto di come sia diventata pervasiva in ampi strati della popolazione (di ogni età) la necessità di praticare, con continuità, variegate forme di attività fisico-sportivo-ricreativa, come parte integrante del vivere quotidiano. Nel ripensare allora al dopo emergenza, tra i vari obiettivi da perseguire auspichiamo che le Istituzioni del nostro Paese offrano ai propri Cittadini - quindi all’intero Movimento sportivo italiano, oggi variamente articolato al proprio interno sotto il profilo istituzionale - la nuova dimensione del «Diritto allo Sport» , sancendone finalmente la indispensabile collocazione nella nostra Carta Costituzionale.

Gianni Gola

 

Post Scriptum:Il 6 e il 7 aprile l’ANSMeS aveva programmato a Roma un grande Evento culturale, con la presenza dei nostri Delegati, provenienti da tutte le regioni e le province d’Italia. Nella sala Regina di Palazzo Montecitorio il Convegno e, poi, nel Salone d’Onore del Coni, la Consulta e l’Assemblea nazionale. Era una sorta di “prima”, con tanto di annullo postale celebrativo, organizzata nei dettagli per settimane. Com’è ovvio, è stato tutto rinviato. Anche se le cose che ci diremo quando finalmente ci potremo incontrare saranno molto diverse da quelle previste, anzi proprio per questo, lo spirito della nostra comunità sarà lo stesso, forse più forte.

 

05/04/2020